Polizza vita: prima di aprirne una devi assolutamente conoscere tutti i dettagli (non farti imbrogliare)

Ci sono una serie di dettagli da conoscere prima di aprire una polizza vita. Quello che c’è da sapere per non rischiare sorprese.

Prima di aprire la polizza vita occorre essere consapevoli che si tratta di uno strumento altamente versatile che permette di essere coperti da determinati rischi. Ma può essere anche una forma alternativa di risparmio e investimento.

Dettagli da sapere prima di aprire la polizza vita
Polizza vita: le cose che è meglio sapere prima di sottoscriverla (Giustiziagiusta.info)

Nel ramo vita ci sono poi diversi vantaggi sul piano fiscale che fanno apparire molto interessante questo prodotto, per molti aspetti  diverso da altri. Concretamente questi vantaggi fiscali si traducono in una tassazione particolare e in una serie di detrazioni.

Vediamo di capire meglio quali sono i dettagli da conoscere assolutamente prima di aprire una polizza vita. Anche per evitare brutte sorprese all’atto della sottoscrizione, una eventualità in cui purtroppo si rischia sempre di incorrere.

Polizza vita, i dettagli da conoscere prima di aprirne una

Tra gli aspetti interessanti della polizza vita, se guardiamo al regime di tassazione applicato, è la presenza dell’imposta sostitutiva (variabile in base al prodotto). Il prelievo fiscale sul capital gain è del 26% che però scende al 12,5% quando i rendimenti provengono da un investimento in titoli dello Stato. Vantaggiosa sul piano fiscale è anche la polizza vita di puro rischio.

Polizza vita cosa bisogna assolutamente sapere prima di sottoscriverla
Sono diversi i vantaggi fiscali delle polizze vita (Giustiziagiusta.info)

Quanto corrisposto ai beneficiari nei contratti di assicurazione “temporanea caso morte” è totalmente esente dall’Irpef, mentre per quel riguarda le polizze vita “miste” l’esenzione Irpef si applica al capitale erogato per coprire il “rischio demografico”. La parte residua della prestazione sarà invece imponibile a capo dei beneficiari.

La polizza vita poi può beneficiare della tassazione differita. Vale a dire che l’imposta sui rendimenti realizzati (capital gain) si paga al fisco solo nel momento di incasso del capitale o della rendita, non di anno in anno. In altri termini la tassazione si applica solo alla scadenza naturale del contratto, col vantaggio che nell’arco di vita della polizza il fisco non preleva nulla sui rendimenti, che sono reinvestiti consentendo così di ottimizzare al massimo la crescita del capitale.

Altri vantaggi della polizza vita sul fronte delle imposte sono la tassazione sul risultato netto dell’investimento (con la possibilità di compensare plusvalenze e minusvalenze) e l’imposta di bollo proporzionale al valore dell’investimento. Non tutte le polizze vita devono pagare l’imposta di bollo, calcolata e accantonata a fine anno dalla compagnia assicurativa (l’addebito avviene solo nel momento della liquidazione del capitale ai clienti). Anche l’imposta di bollo viene reinvestita durante la vita della polizza, facendo crescere il capitale nel corso del tempo. 

Detraibilità Irpef della polizza vita

Infine c’è il fatto della soglia di detraibilità dall’Irpef, pari al 19% dei premi versati (se l’assicurazione copre il rischio di morte o il rischio di invalidità permanente non inferiore al 5%) solo per pagamenti tracciabili. La detraibilità viene riconosciuta a una spesa massima pari a 530 euro. Dunque l’importo massimo detraibile corrisponde a 100,7 euro all’anno (per i premi a tutela delle persone con disabilità grave la soglia di spesa sale a 750 euro).

Per le polizze vita aventi a oggetto il rischio di non autosufficienza si riconosce la detrazione del 19% fino al tetto massimo di 1.291,14 euro. Altra cosa da sapere è che può beneficiare della detrazione chi ha un reddito non superiore a 120 mila euro annui (per importi superiori la detrazione si riduce in maniera progressiva e si annulla una volta superato il tetto dei 240 mila euro). 

Gestione cookie