Dimissioni e NASpI, quali sono le giuste cause che ti permettono comunque di richiedere il sussidio

In quali casi, anche licenziandosi, è possibile ottenere la NASpI? L’elenco delle giuste cause per poter ricevere il sussidio.

La NASpI è un sussidio rivolto ai lavoratori che, per ragioni indipendenti dalla loro volontà, si trovano a rimanere senza lavoro. Nel rispetto di specifici requisiti sarà possibile richiederla con la possibilità di godere di un beneficio pensato per sostenere l’ex lavoratore nel periodo in cui si troverà senza un’attività.

NASpI dopo licenziamento, è possibile richiederla?
Quando è possibile ricevere la NASpI nel caso di dimissioni volontarie. Facciamo chiarezza (Giustiziagiusta.info)

Facendo in modo che possa cercare una nuova occupazione senza rischiare di trovarsi in difficoltà economica. Il calcolo dell’importo spettante avviene sulla base di specifici indicatori a cominciare dal periodo di tempo relativo al lavoro, allo stipendio e ai contributi versati. Quello che in tanti si domandano è se vi sia la possibilità di richiedere la NASpI anche nel caso di dimissioni.

NASpI, dimissioni e giuste cause: i casi per richiederla e riceverla

Come dicevamo si può richiedere questo sussidio prevalentemente a patto che le dimissioni siano state involontarie e questo può includere, ad esempio, anche i lavoratori stagionali che inevitabilmente termineranno l’attività con la conclusione della stagione estiva o invernale.

Interruzione rapporto di lavoro e NASpI: i casi di giusta causa
Quali sono le dimissioni per giusta causa consentite (Giustiziagiusta.info)

Ma non è sempre così: infatti è possibile inviare domanda per la NASpI anche qualora sia stato il lavoratore stesso a dare le dimissioni ma soltanto a patto che ciò sia avvenuto per una giusta causa. Ed entrando nel merito, sono sei le ragioni di licenziamento inquadrate in tale contesto.

Quattro di queste casistiche fanno capo a gravi inadempimenti o comportamenti del datore di lavoro tali da non consentire la prosecuzione del rapporto neanche in via provvisoria. Ed è stata la giurisprudenza a fornire nel corso del tempo, specifiche informazioni in tal senso individuando quei comportamenti dell’azienda che consentono al lavoratore di avviare la procedura di dimissioni per giusta causa e, successivamente, richiedere ed ottenere comunque l’indennità di disoccupazione garantita dall’Inps.

In primis il mancato pagamento dello stipendio, ma anche il mobbing sul posto di lavoro ed il peggioramento delle mansioni lavorative per finire con vere e proprie molestie in azienda. I lavoratori che si trovano in tali situazioni sono anzitutto dispensati dal preavviso legato alle dimissioni e avranno diritto ad una tutela economica a carico del datore di lavoro, oltre che della possibilità di richiedere la NASpI. Altre due casistiche inquadrabili nel contesto della giusta causa sono, infine, le dimissioni durante la maternità oppure nel primo anno di vita del bimbo.

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