Cartelle esattoriali, rate più basse e scadenze più lunghe: come ottenerne 120

Grandi cambiamenti per le cartelle esattoriali, applicati sia a quelle già in essere che a quelle future, con agevolazioni importanti.

Tutti coloro che hanno un debito da saldare con l’Agenzia delle Entrate e quindi delle pendenze che rientrano nella cartella esattoriale, potranno scegliere di appellarsi alla rateizzazione. Con le novità introdotte infatti si può optare per una scadenza molto più lunga e quindi rate più basse che possono effettivamente essere corrisposte con maggiore facilità dalle famiglie.

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Cartelle esattoriali, come avere delle rate più basse (giustiziagiusta.info)

Si tratta di un cambiamento determinante che mira proprio a recuperare i fondi e quindi a rendere anche plausibile il pagamento per quanti pur volendo non sarebbero in grado di sostenere economicamente delle rate troppo impegnative.

Cartelle esattoriali, come cambiano le rate e come gestire i nuovi pagamenti

La rottamazione delle cartelle 2023 non ha funzionato, quindi è stato necessario per il governo studiare delle opzioni alternative che portassero soldi in cassa. La dilazione è il punto cruciale di questo tipo di condizione ed è per questo che la decisione è stata variare i piani di pagamento.

Anche laddove ci siano già conseguenze in atto come un fermo amministrativo, è bene ricordare che basta attivare la rateizzazione e quindi il pagamento di una sola rata per procedere alla cancellazione e quindi sospensione di qualunque tipo di provvedimento.

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Novità importanti per la gestione delle cartelle esattoriali (giustiziagiusta.info)

Le cartelle esattoriali potranno essere quindi sanate in 120 rate, ovvero 10 anni. Questo è il numero massimo di rate che vengono ora concesse, in particolare facendo richiesta all’Agenzia o all’Ente di riscossione che è presente sul tributo e che viene quindi citato come parte interessante. Per procedere è necessario allegare l’ISEE, si tratta di una rateizzazione che viene determinata in particolare per soggetti a basso reddito.

Si può parlare in maniera più complessiva di una vera e propria riforma del Fisco che riguarda diversi punti, anche l’obiettivo di eliminare progressivamente del tutto le cartelle, questo è sicuramente un aspetto che nessuno aveva considerato e che è stato invece posto alla base per la rimodulazione. Oltre al cambiamento delle rate che passano quindi da un massimo di 72 a un massimo nel 2024 di 120 c’è anche una novità importante che riguarda le tempistiche di recupero del credito che vengono fissate in maniera univoca a 5 anni.

Attenzione, non bisogna confondere questa scadenza con la prescrizione dei singoli importi che invece è variabile e resta sempre suddivisa in base alla tipologia di debito, quindi in alcuni casi 2 anni e in altri 10. In questo caso si fa specifico riferimento alla perseguibilità della persona che si trova in una posizione debitoria. Cambia anche il termine per le cartelle, 1 anno dalla notifica senza inizio della riscossione con termine che viene elevato a 3 anni per concedere un maggiore margine di recupero.

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