Pensioni: arriva il taglio di 300 euro mensili, stangata senza precedenti

Stangata senza precedenti sulle pensioni. Migliaia di lavoratori rischiano di trovarsi con assegni molto più bassi.

Una stangata così sulle pensioni non si era mai vista:  300 euro in meno ogni mese. Vediamo chi sono i soggetti che rischiano di essere penalizzati dalla riforma del Governo. Già in Italia le pensioni sono tra le più basse in Europa, se poi le penalizzano ulteriormente allora la situazione diventa davvero insostenibile.

Stangata sulle pensioni
Terribile stangata sulle pensioni (Giustiziagiusta.info)

Nessuno se lo sarebbe mai aspettato. Eppure il Governo di Giorgia Meloni sta per dare una stangata mai vista prima a migliaia di lavoratori i quali si troveranno a fare i conti con assegni previdenziali molto più bassi del previsto.

Le casse dello Stato piangono: non ci sono abbastanza risorse per fare tutto. Agevolare le uscite anticipate dal lavoro è impossibile in questo contesto di crisi economica e denatalità. Il campo da cui attingere risorse, in questo momento, sono proprio le pensioni. Molti lavoratori potrebbero trovarsi con  una bruttissima sorpresa: un assegno mensile più basso di almeno 300 euro.

Pensioni più basse: ecco chi verrà penalizzato

Stangata senza precedenti sulle pensioni che verranno tagliate di 300 euro al mese o anche oltre. Lavoratori e sindacati sul piede di guerra ma il Governo Meloni non cede terreno alle richieste. Non per il momento almeno. Vediamo cosa succederà.

Tagli sulle pensioni
Pensioni più basse di 300 euro ogni mese (Giustiziagiusta.info)

Mentre l’obiettivo di cancellare la legge Fornero sembra sempre più distante, il Governo Meloni ha preso un’altra decisione importantissima: ricalcolare con il sistema contributivo gli assegni previdenziali di sanitari, docenti di materne ed elementari e dipendenti degli enti locali. Gli assegni di costoro saranno ricalcolati con il sistema contributivo che, si sa, non è mai vantaggioso per i lavoratori.

A differenza del vecchio sistema retributivo che teneva conto delle retribuzioni ricevute negli ultimi anni, il sistema contributivo tiene conto solo dei contributi versati e dell’età di uscita dal lavoro. Il ricalcolo non riguarderà tutti i lavoratori delle categorie sopra menzionate ma solo coloro che hanno meno di 15 anni di versamenti durante il sistema retributivo, cioè solo coloro che hanno iniziato a versare i contributi a partire dal 1981 in avanti.

Secondo le stime questo comporterà perdite fino al 20% ogni mese. I tagli riguardano circa 732mila lavoratori e permetteranno allo Stato di risparmiare- da ora fino al 2043- circa 21,4 miliardi di euro. Brutte notizie anche per i dipendenti di ex banche pubbliche che hanno optato per l’isopensione. Questa misura consente di uscire dal lavoro anche 7 anni prima rispetto all’età pensionabile prevista dalla legge Fornero.

Durante questi 7 anni il lavoratore riceve un assegno direttamente dal suo ex datore di lavoro. Tuttavia, una volta raggiunta l’età per avere la sua pensione di vecchiaia ordinaria  inizierà a ricevere l’assegno dell’Inps che, anche in questo caso, sarà più basso del 20% almeno. Un ex dipendente della Banca Monte di Parma ha spiegato che o va in pensione con Isopensione accettando di ricevere poi un assegno mensile decurtato di 300 euro oppure continua a lavorare per altri dieci anni arrivando a 49 anni di carriera. Altre opzioni, per il momento, non sono previste.

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