Taglio della pensione e niente tredicesima: ecco chi rischia questa penalizzazione dall’INPS

Alcuni pensionati potrebbero non ricevere la tredicesima mensilità nel 2024 e subire una riduzione della pensione. Per quale motivo? 

La pensione rappresenta un ambito traguardo per tutti i lavoratori, dopo anni di sacrifici e rinunce. La normativa previdenziale italiana consente di smettere di lavorare in anticipo, prima del raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia (ossia 67 anni di età e 20 di contribuzione).

taglio tredicesima con la pensione anticipata
La pensione anticipata potrebbe avere degli svantaggi (Giustiziagiusta.info)

Non sempre, tuttavia, beneficiare degli strumenti di flessibilità in uscita è vantaggioso. In alcuni casi, infatti, potrebbero esserci pesanti penalizzazioni sugli importi degli assegni. In particolare, esiste una specifica misura che mette in pericolo la tredicesima mensilità. Vediamo di quale si tratta e che conseguenze ha per i contribuenti che vi accedono.

Addio per sempre alla tredicesima se usufruisci di questa misura di anticipo pensionistico

L’Ape Sociale permette ai contribuenti che hanno 63 anni e 5 mesi (63 anni fino allo scorso anno) di smettere di lavorare in anticipo. I beneficiari percepiranno un assegno di accompagnamento alla pensione, fino al raggiungimento dei presupposti per la pensione di vecchiaia. Al ricorrere di tali condizioni, gli interessati dovranno presentare domanda all’INPS per la pensione di vecchiaia ordinaria, altrimenti rischiano di rimanere senza alcun trattamento.

abolizione tredicesima mensilità
L’Ape Sociale è incompatibile con l’erogazione delle tredicesima (Giustiziagiusta.info)

La misura, che è stata prorogata e riformata dalla Legge di Bilancio 2024, può essere utilizzata solo dalle seguenti categorie di soggetti: disoccupati, caregivers di familiari disabili gravi, invalidi al 74% e lavoratori addetti a mansioni gravose.

Per chi decide di beneficiare dell’Ape Sociale, inoltre, non è possibile continuare a svolgere un’attività lavorativa (né dipendente né autonoma). L’unica eccezione riguarda il lavoro autonomo occasionale, a condizione che si percepiscano redditi non superiori a 5 mila euro annui.

Ad alcuni pensionati che hanno usufruito di tale strumento, viene negata la tredicesima mensilità. Per quale motivo? Perché la prestazione, per legge, viene erogata per 12 mensilità (e non 13).

Ricordiamo, inoltre, che l’ammontare mensile dell’Ape Sociale non può essere superiore a 1.500 euro e che non viene adeguato annualmente al tasso di inflazione (a differenza delle altre prestazioni pagate dall’INPS).

Di conseguenza, un soggetto che ha 63 anni di età e percepisce un assegno di mille euro al mese, continuerà a ricevere la stessa cifra fino alla fine della fruizione dell’Ape Sociale, al raggiungimento dei 67 anni di età (quando la misura si trasformerà in pensione di vecchiaia).

Nel caso, infine, di morte del titolare, l’assegno non è reversibile ai superstiti (neanche al coniuge) e non sono previsti gli assegni familiari per il coniuge a carico né le relative maggiorazioni.

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