Legge 104, diventa una trappola: i nuovi controlli analitici ti mettono nei guai

Attenzione massima per i nuovi controlli analitici sulla Legge 104. Se non rispetti le regole potresti essere nei guai.

Quella della Legge 104 e di coloro che ne usufruiscono in maniera indebita è un tema particolarmente sentito nel nostro Paese. Sono numerosi i cittadini che usufruiscono della possibilità di assistere ai propri cari senza doversi presentare al lavoro, ma c’è chi se ne approfitta.

Legge 104, diventa una trappola
Attenzione ai nuovi controlli (Giustiziagiusta.info)

I casi di finte invalidità, o attività di caregiver inesistenti sono all’ordine del giorno. Ed è per questo che l’intenzione da parte dello Stato è quella di aumentare la propria vigilanza e cercare di ottimizzare il monitoraggio. Con i nuovi controlli analitici su coloro che usufruiscono della Legge 104, infatti, chi non rispetta le regole può essere nei guai.

I nuovi controlli sulla Legge 104

Negli ultimi tempi sono stati implementati nuovi controlli – più mirati ed efficienti – su coloro che percepiscono la Legge 104 o ne fanno richiesta. L’obiettivo è quello di verificare lo stato di disabilità della persona interessata e se ci sia un utilizzo corretto relativo ai tre giorni di permesso al mese da parte del familiare che assiste il disabile.

Ecco le possibili conseguenze
Ecco le possibili conseguenze (Giustiziagiusta.info)

La prima tranche di controlli è relativa allo stato di handicap grave. Si tratta di un compito della Commissione medica legale dell’Asl che effettua una visita di accertamento con la persona con disabilità. La seconda fase è relativa agli abusi dei permessi di 104 da parte dei cittadini.

A seguito delle visite di controllo, potrebbe essere emesse un verbale con esito di conferma, in cui lo stato di disabilità grave viene accertato e non è necessario fare nuova domanda. Può essere poi emesso un verbale con esito di mancata conferma. In questo caso la situazione di disabilità non viene più certificata e il riconoscimento dei permessi cessa. Mentre può esserci l’assenza a visita di revisione. Questo avviene quando la persona con disabilità grave non si presenta alla visita di revisione e non concede una giustificazione entro i 60 giorni concessi dalla data di notifica della visita.

Coloro che vengono scoperti imbrogliare possono rischiare anche grosso. Il dipendente che godeva indebitamente dei permessi potrebbe incorrere in una sanzione disciplinare come il licenziamento. Inoltre l’Inps potrebbe richiedere la restituzione delle prestazioni di lavoro, così come potrebbe esserci la richiesta da parte del datore di lavoro di un risarcimento danni economico. Infine, potrebbero esserci sanzioni penali. C’è infatti la possibilità di incorrere in una denuncia per truffa e indebita percezione di previdenze pubbliche.

Gestione cookie