Riforma Premierato, ecco perché è tanto discussa: cosa cambierebbe se passasse

Scoppia la polemica politica per la riforma del premierato proposta dal governo di centrodestra. Ecco cosa cambierebbe se andasse in porto.

La premier Giorgia Meloni ha presentato un disegno di legge per la riforma del premierato. Il testo, presentato insieme al Ministro delle Riforme Istituzionali e la semplificazione normativa Maria Elisabetta Casellati, è già stato approvato il 3 novembre 2023 dal Consiglio dei Ministri.

Riforma premierato cosa cambia
Il premier Meloni ha presentato un progetto di riforma del premierato (Foto Ansa) (Giustiziagiusta.info)

A partire da quella data il ddl è passato all’esame della 1° Commissione permanente affari costituzionali del Senato, che dal 28 novembre 2023 ha portato avanti svariate audizioni informali di illustri esperti della materia. Per come è formulato, il disegno di legge Meloni-Casellati intende modificare gli articoli 59, 88, 92 e 94 della Costituzione.

Ma cosa cambierebbe con la riforma del premierato che sta facendo tanto discutere? Al punto che qualcuno ha definito la riforma come una sorta di pietra miliare di una possibile Terza Repubblica. Cerchiamo di capirlo.

Riforma del premierato, le novità della riforma Meloni-Casellati

Il disegno di legge presentato dalla premier Meloni e dal ministro Casellati introduce diverse novità a riguardo dell’elezione del presidente del Consiglio. Ma non solo: tocca anche il premio di maggioranza e i senatori a vita.

Cosa prevede la riforma del premierato
L’altra firma sul disegno di riforma del premierato è quella del ministro Casellati (Foto Ansa) (Giustiziagiusta.info)

Le principali novità della riforma del premierato sono sostanzialmente tre: la prima è l’elezione diretta popolare del Presidente del Consiglio, eletto a suffragio universale (nella Camera in cui si è candidato) per la durata di 5 anni. Toccherà poi al Presidente della Repubblica conferire al premier eletto dal popolo l’incarico di formare il nuovo governo e di nominare, su proposta del Presidente del Consiglio, i ministri.

Altra novità è il rafforzamento della stabilità del governo grazie a un premio di maggioranza. Il premio, da assegnare su base nazionale, andrà a garantire il 55% dei seggi in ognuna delle due Camere alle liste e ai candidati collegati al Presidente del Consiglio. La terza grande novità della riforma del premierato consiste nell’abolizione della nomina dei senatori a vita da parte del Presidente della Repubblica. Il disegno di legge presentato da Meloni e Casellati va a modificare l’articolo 59 della Costituzione. Stop dunque ai senatori a vita, anche se quelli già nominati all’entrata in vigore della legge di riforma costituzionale rimarranno comunque in carica.

L’iter per approvare una legge di revisione costituzionale è lungo e complicato. Per cambiare la Costituzione servono due deliberazioni da parte di entrambe le Camere a una distanza minima di tre mesi una dall’altra. Se durante la seconda votazione la legge fosse votata dai due terzi dei componenti il testo verrebbe approvato. In caso contrario la legge sarà sottoposta a un referendum popolare richiesto, entro tre mesi dalla pubblicazione del testo, da un quinto dei membri di ogni camera, da 500 mila elettori o da cinque consigli regionali.

Impostazioni privacy