TFR, attenzione col Decreto 252 rischi di perdere tanto, cosa fare subito

Con il Decreto 252 rischiate di perdere tantissimo dal TFR. Fate molta attenzione, c’è una cosa che bisogna fare subito.

Ogni qualvolta si viene licenziati o ci si dimette per giusta causa dal proprio lavoro, si ha la possibilità di godere del cosiddetto TFR. Il Trattamento di Fine Rapporto è un sussidio economico a cui può accedere qualsiasi cittadino residente in Italia, con la liquidazione che dà modo di avere un aiuto in più nel periodo di ricerca di una nuova occupazione.

Cosa sapere sul TFR e sul decreto 252
TFR e Decreto 252, se non fate così rischiate di perdere molti soldi (Giustiziagiusta.info)

Ci sono però alcuni aspetti ai quali è sempre ben riporre la giusta attenzione. Perché il rischio è di incappare in possibili rischi che potrebbero farvi perdere molti soldi. Parliamo in particolare del Decreto 252, su cui dovreste informarvi ora. C’è in particolare una cosa che dovete fare subito, altrimenti buona parte della vostra Liquidazione potrebbe non finire effettivamente sul conto corrente. 

Liquidazione TFR, si rischia col decreto 252: ecco cosa fare

Già dal momento dell’assunzione, il datore di lavoro è tenuto a fornire al lavoratore il modulo per la scelta della destinazione del TFR. Con un tempo limite di 6 mesi per poter prendere una decisione e capire così in che modo si potrà riottenere la cifra versata nel corso del tempo in busta paga. Il TFR corrisponde infatti a 1/13,5 della retribuzione totale. Che in termini percentuali ammonta al 7,41%.

Ecco cosa si rischia per il TFR col decreto 252
Quale scelta fare per la destinazione del TFR (Giustiziagiusta.info)

Come anticipato, dovete fare attenzione al decreto 252/2005, che dà modo ai lavoratori di destinare il proprio Trattamento alle forme pensionistiche complementari. Che può essere di secondo o terzo pilastro, ossia con adesione collettiva o individuale. Così da poter integrare l’assegno pensionistico pubblico al momento del ritiro definitivo dal lavoro. E rinunciando dunque al ritiro del TFR al termine del rapporto di lavoro, lasciandolo in azienda.

Di norma, si tende a scegliere di lasciare il TFR in azienda così che si possa cambiare idea in un secondo momento. Mentre destinandolo alla provvidenza complementare, finché si lavora per la stessa azienda non si può tornare indietro. Ma qual è la scelta più conveniente? Tenendo conto degli ultimi anni, risulta più conveniente il rendimento del TFR in azienda. Considerando che nel 2022 ha ottenuto una rivalutazione dell’8,3%. Non a caso, secondo i dati emersi ad oggi sono in misura molto ridotta i lavoratori che si avvalgono del decreto 252 e optano per l’adesione volontaria alla previdenza complementare.

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