Anche se è penalizzata sonoramente dal punto di vista dell’importo della prestazione, Opzione Donna è senza dubbio la misura di pensionamento anticipato che trova più consensi da parte delle lavoratrici.
Lo dimostra il fatto che negli anni sono nati diversi comitati, gruppi e associazioni che spingono verso una Opzione Donna strutturale e non più sperimentale come è oggi? In pratica le lavoratrici vorrebbero che questa misura diventasse stabile nel sistema. E quindi, che garantisca ogni anno l’anticipo di pensione per tutte le lavoratrici. A dire il vero, sembra che i legislatori la pensino diversamente. Perché la misura negli anni è diventata limitata solo a determinate categorie di lavoratrici. Ma anche con questo peggioramento complessivo della misura, ci sono alcuni aspetti da considerare che rendono l’Opzione Donna ben più vasta come platea.
Fino a qualche anno fa Opzione Donna era una misura destinata indistintamente a tutte le lavoratrici dipendenti sia pubbliche che private e a tutte le lavoratrici autonome. Bastava che entro il 31 dicembre dell’anno precedente, queste lavoratrici raggiungessero i requisiti previsti. Requisiti che erano sostanzialmente due, cioè quello contributivo e quello anagrafico. Nessun limite di platea quindi. La pensione con Opzione Donna fino al 2022 infatti si centrava per le dipendenti con 58 anni di età e 35 anni di contributi versati. Invece per le lavoratrici autonome con 59 anni di età e 35 anni di contributi versati. Regole queste che, come vedremo, salvaguardano molte lavoratrici ancora oggi. La pensione per le donne nel 2024 infatti è molto più facile di quello che si crede.
Nel 2023 si passò da una misura destinata a tutte le lavoratrici indistintamente, ad una limitata a sole 4 categorie. E ancora oggi è così, con in più un peggioramento dell’età pensionabile dal 2023 al 2024. Nel 2023 Opzione Donna divenne appannaggio di lavoratrici di aziende con tavoli di crisi avviati, licenziate, caregivers e invalide. Stesse categorie anche nel 2024, ma con una età che nel 2023 era fissata a 58, 59 e 60 anni e nel 2024 è diventata a 59, 60 e 61 anni. Ma chi è riuscita a maturare i requisiti vigenti prima del 2023, non deve rientrare per forza in una di queste categorie e quindi a 61 anni di età nel 2024 possono lasciare il lavoro molte più lavoratrici rispetto ai vincoli introdotti nell’ultimo biennio.
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