
Streaming illegale e sanzioni: un quadro normativo in evoluzione(www.giustiziagiusta.info)
La visione di partite tramite il cosiddetto “pezzotto” quest’anno comporta rischi legali sempre più consistenti.
La lotta contro lo streaming illegale, in particolare per quanto riguarda gli eventi sportivi come il calcio, è stata intensificata negli ultimi anni e si prospettano ulteriori inasprimenti delle pene.
Il fenomeno dello streaming pirata, noto come “pezzotto”, riguarda la visione non autorizzata di contenuti audiovisivi, in particolare le partite di calcio che rappresentano la fetta più consistente di questo mercato illecito. A sostegno di una normativa più severa si sono schierati i principali broadcaster sportivi italiani, tra cui Dazn, Sky e Lega Serie A, fortemente penalizzati dalla diffusione di Iptv illegali.
La legge anti-pezzotto si applica a tutti i contenuti streaming fruiti in modo illecito, spaziando da film e serie TV fino agli eventi sportivi. Tuttavia, le partite di calcio rappresentano il principale bersaglio delle sanzioni, data la loro ampia diffusione e il valore economico associato. Secondo i dati raccolti dalla Federazione per la tutela delle industrie dei contenuti audiovisivi e multimediali (Fapav), lo sport è la categoria più soggetta alla pirateria digitale, con il calcio in testa. Tale attività illecita viene monitorata attraverso un protocollo d’intesa tra Agcom, Guardia di Finanza e Procura della Repubblica di Roma, che consente di effettuare controlli tempestivi e multe significative.
Cosa rischia chi utilizza il pezzotto per vedere le partite
Il sistema antipirateria denominato Privacy Shield permette di oscurare rapidamente i siti web che trasmettono contenuti pirata, entro metà ora dalla segnalazione, e di risalire agli utenti tramite l’indirizzo IP per applicare le relative sanzioni.
Per chi utilizza il pezzotto solo occasionalmente, ad esempio per vedere qualche partita sporadicamente, le multe vanno da un minimo di 154 euro fino a 1.032 euro. Se invece si fa uso abituale di Iptv illegali, la sanzione può arrivare fino a 5.000 euro. È importante sottolineare che la frequenza d’uso e la quantità di contenuti pirata fruiti sono elementi che le autorità possono rilevare autonomamente, e pertanto è possibile incorrere nella multa più alta anche al primo accertamento, in caso di uso continuativo.
Le conseguenze si aggravano ulteriormente per chi non si limita a guardare ma parte attiva nell’organizzazione o nella vendita di dispositivi e servizi pirata, con pene che possono includere la reclusione fino a 3 anni e multe fino a 15.493 euro. L’attività sistematica e abituale può comportare accuse ancora più gravi.
Va precisato che chi si limita a guardare le partite con il pezzotto non commette un reato penale, ma rischia comunque la sanzione amministrativa per la fruizione di contenuti pirata. Diverso è il caso di chi condivide la visione illegale a scopo di lucro, ad esempio chiedendo un compenso per assistere insieme ad altri: in questo caso si configura un reato.

L’intensificazione delle misure contro il pezzotto potrebbe non fermarsi qui. I deputati Marco Osnato e Federico Mollicone, entrambi appartenenti al partito Fratelli d’Italia e rispettivamente presidenti delle Commissioni Finanze e Cultura della Camera, insieme a Luca Toccalini della Lega, hanno presentato una proposta di legge per modificare la normativa sul diritto d’autore, proponendo un aumento significativo delle multe.
La proposta prevede una multa minima di 500 euro (contro i 154 attuali) e una sanzione massima fino a 16.233,77 euro per l’uso abituale o massiccio del pezzotto, rispetto agli attuali 5.000 euro. L’obiettivo dichiarato è di introdurre un deterrente più efficace, visto che le sanzioni attuali vengono raramente applicate al massimo della loro entità.
L’esame del testo legislativo è previsto per settembre 2025, ma il percorso parlamentare potrebbe richiedere ancora tempo prima di vedere effettive modifiche al quadro sanzionatorio.