Sconto IMU anche nel 2024: i requisiti per ottenerlo

Anche nel 2024 è possibile applicare lo sconto per l’IMU, ma quali sono i requisiti per poterlo ottenere? Entriamo nel merito.

Si torna a parlare di IMU, la tassa sulla casa che anche per questo 2024, dovrebbe, con contratto di comodato d’uso gratuito avere uno sconto sull’imposta. Ovviamente per poterlo ottenere, cosi come dice la normativa, si devono rispettare dei requisiti che in linea di massima possono portare fino ad una riduzione del 50%.

Imu sconto
Imu (Giustiziagiusta.info)

Il primo appuntamento per procedete al pagamento è fissato al 16 giugno, partiamo dal presupposto che il particolare di cui stiamo parlando è una delle agevolazioni per cui hanno diritto solo i proprietari di immobili che concedono in comodato d’uso gratuito la propria abitazione a parenti in linea retta di primo grado, ossia a genitori e figli.

Ma questo è solo il primo dei requisiti per potere accedere a questa agevolazione. Cerchiamo di entrare nel merito della normativa per saperne di più.

Imu, come funziona la riduzione?

Partiamo dal presupposto che a stabilire il funzionamento dell’Imu in caso di comodato d’uso gratuito è l’articolo 1, comma 747 della legge n. 160/2019, la legge di Bilancio 2020, con la quale è stata introdotta la nuova imposta unica sulla casa.

IMU sconto: quali sono i requsiti per ottenerlo
IMU (Giustiziagiusta.info)

Ma come funziona nello specifico questa agevolazione? Tanto per cominciare si va incontro ad una riduzione alla metà della base imponibile e si applica sempre alle abitazioni non di lusso che sono concesse in comodato d’uso ai parenti in linea retta entro il primo grado. Questo avviene solo nel caso in cui, il contratto di affitto sia registrato.

Quindi i requisiti sono:

  • l’unità immobiliare non deve rientrare tra le categorie catastali di lusso, ossia A/1, A/8 e A/9;
  • l’immobile deve essere concesso in comodato d’uso a parenti in linea retta entro il primo grado (genitori-figli). In caso di morte del comodatario, l’agevolazione si estende al coniuge di quest’ultimo in presenza di figli minori;
  • deve essere adibito ad abitazione principale dal comodatario;
  • il contratto di comodato deve essere regolarmente registrato all’Agenzia delle Entrate.

Capito questo, la seconda domanda che è impossibile non farsi è la seguente: chi è che paga? In linea di massima la regola generale è sempre la stessa: “il contratto con il quale una parte (comodante) consegna all’altra (comodatario) una cosa mobile e immobile affinché se ne serva per un tempo o un uso determinato, con l’obbligo di restituire la cosa ricevuta. Il comodato è essenzialmente gratuito”.

Il soggetto che è tenuto a pagare l’imposta è sempre il proprietario dell’immobile.

Impostazioni privacy