Saper individuare i dettagli in busta paga, quindi anche i giorni di permesso retribuiti per lutto è fondamentale per i propri diritti.
Spesso i lavoratori non conoscono tutti i dettagli che sono garantiti dalla legge e resi quindi disponibili da contratto e per questo non avanzano alcuna richiesta in merito. Per tale motivo è importante non solo capire bene come funziona e quanto riportato in busta paga ma anche leggere con attenzione tutto per poter, di volta in volta, effettivamente avere un riscontro di ciò che resta e ciò che si può ancora utilizzare.
![giorni permesso lutto](https://www.giustiziagiusta.info/wp-content/uploads/2024/02/documento-persone-14022024-giustiziagiusta.info_.jpg)
Ci sono situazioni diverse quindi in alcuni casi le differenze sono date dalla formula contrattuale, dal tipo di mansione svolta ma ci sono delle regole che valgono per tutti e che sono introdotte nei contratti nazionali e che devono essere quindi applicate dalle singole realtà.
Giorni di permesso per lutto in busta paga: come funzionano
I giorni di permesso per lutto sono delle assenze giustificate da lavoro che sono determinate dalla legge in materia. Questi valgono sia per i dipendenti pubblici che privati e consentono di vivere il momento difficile e quindi di essere presente non solo al funerale ma anche avere degli attimi personali per poter gestire tutta la situazione.
![giorni di permesso per lutto retribuiti](https://www.giustiziagiusta.info/wp-content/uploads/2024/02/donna-preoccupata-14022024-giustiziagiusta.info_.jpg)
Si tratta di permessi retribuiti che non vengono scalati dagli altri ma sono da considerare a parte. La richiesta può essere fatta al datore di lavoro con una lettera, una PEC o personalmente in ufficio quindi facendo presente quanto accaduto. Generalmente viene fatta di persona o a mezzo mail, per avere un riscontro scritto di quanto accaduto e di quanto si chiede. Ovviamente in molti casi dipende dal grado di parentela, il permesso si applica per un permesso retribuito che si attiva se il parente è prossimo.
In alcuni casi può essere richiesto il certificato di morte o una dichiarazione firmata e autocertificata in cui si attestano i dati e quanto accaduto. Secondo i contratti nazionali il lavoratore ha diritto al permesso per coniuge, convivente e parente prossimo entro il secondo grado e solitamente questo si applica nella misura di 3 giorni lavorativi all’anno. Talvolta questi si possono applicare anche in caso di infermità grave.
La legge stabilisce i 3 giorni in totale nell’anno lavorativo, quindi è chiaro che se si utilizza questo diritto per una perdita e ne avviene un’altra successivamente, bisognerà procedere scalando i giorni di permesso da quelli disponibili o le ore, in base a quanto necessario.