Ecco tutto quello che occorre sapere a proposito dell’affidamento e del mantenimento dei figli nati al di fuori del matrimonio.
Anche in Italia ci sono molte coppie di fatto, che non si sono sposate preferendo la convivenza alla stipula di un contratto di matrimonio firmato. I motivi possono essere tanti e non li tratteremo in questa sede, bensì di seguito andremo a capire come funziona l’affidamento e il mantenimento dei figli nati al di fuori del matrimonio.
Infatti non è insolito che la coppia composta da due genitori non sposati possa avere generato dei figli durante la loro unione pur non essendo stati uniti in matrimonio. Cosa accade alla prole nel caso in cui i due genitori, pur non essendo sposati, decidano poi di separarsi?
Affidamento dei figli nati al di fuori del matrimonio
L’affidamento e il mantenimento dei figli nati al di fuori del matrimonio sono regolati da leggi nazionali, ad esempio con la riscrizione dell’articolo 315 del Codice Civile si è riformata la legge numero 219 del 2012, stabilendo che non esiste più alcuna differenza tra figli che erano considerati legittimi, cioè nati in coppie unite nel vincolo del matrimonio, e i cosiddetti figli naturali che sono invece nati al di fuori del matrimonio.
Di fatto il nostro ordinamento non fa più alcuna differenza tra figli nati da due coniugi o da due conviventi, e tutti i figli godono, quindi, dei medesimi diritti a livello giuridico. Ma a chi va l’affidamento dei figli nati al di fuori del matrimonio?
Se i genitori si rivolgono al Tribunale (che deve essere quello del luogo di residenza dei minori), il giudice regolamenterà il regime di affidamento e mantenimento degli figli avendo come unico obiettivo il supremo interesse del minore.
Quindi in genere proverà ad affidare a entrambi i genitori i loro figli, in modo da soddisfare il diritto dei minori alla bigenitorialità, ovvero a mantenere un rapporto continuativo ed equilibrato sia con il padre, che ha diritto al congedo di paternità, che con la madre. Ci potrà essere un genitore collocatario e l’altro non collocatario, che trascorreranno con la prole un tempo equamente ripartito.
Chi deve mantenere la prole se i genitori non sono sposati
Per quanto riguarda la cifra dovuta per il mantenimento e la ripartizione delle spese straordinarie (che non è un assegno di divorzio), nonché sull’assegnazione della casa familiare, sarà sempre il giudice che potrà pronunciarsi dopo aver analizzato la situazione patrimoniale, economica e reddituale dei genitori. Che sono chiamati, entrambi, a provvedere al mantenimento dei loro figli non solo fino al raggiungimento della maggiore età, ma fino a che non saranno economicamente autosufficienti.