L’INPS versa il 25% in più sulle pensioni di reversibilità: il calcolo dopo la novità della Cassazione

Con questo importante ricalcolo, molti vedranno riconosciuti i propri diritti e potranno beneficiare di un sostegno finanziario più adeguato.

In un panorama previdenziale in costante evoluzione, le pensioni di reversibilità sono al centro di grandi dibattiti e modifiche legislative. Queste prestazioni sono un elemento fondamentale del sistema di welfare italiano e mirano a garantire un sostegno finanziario a coloro che perdono il proprio coniuge.

25% in più sulle pensioni di reversibilità
Grandi novità in arrivo per chi riceve una pensione di invalidità (Giustiziagiusta.info)

Fino a poco tempo fa, però, il calcolo di queste pensioni era soggetto a una pratica controversa che ha sollevato non poche perplessità e ha richiesto l’intervento della giurisprudenza per essere rivisto.

Il cambiamento in questione ha preso avvio da una sentenza della Corte Costituzionale, che ha posto fine alla riduzione della pensione di reversibilità basata sul reddito individuale del beneficiario. Una decisione che segna quindi una svolta significativa per i diritti dei pensionati e che impone all’INPS un aggiornamento nei criteri di calcolo, restituendo equità e trasparenza al sistema.

Il nuovo scenario delle pensioni di reversibilità

Dopo la sentenza della Corte Costituzionale del giugno 2022, l’INPS si è trovato a dover rivedere il sistema di calcolo delle pensioni di reversibilità. Secondo il vecchio regime, l’importo della pensione diminuiva all’aumentare del reddito del beneficiario, un meccanismo che la Corte ha giudicato incostituzionale. Secondo la recente sentenza, questa pratica creava anche una disparità di trattamento in base alla situazione economica individuale.

l'inps ricalcola le pensioni di invalidità
L’INPS aggiorna le modalità di calcolo della pensione di reversibilità (Foto Ansa) (Giustiziagiusta.info)

La novità introdotta riguarda dunque la cessazione della decurtazione della pensione basata sul reddito, con l’INPS che ora versa un 25% in più a chi aveva subito tagli negli ultimi cinque anni. Questa correzione si applica retroattivamente dal 2019 al 2023 e permetterà a molti beneficiari di ricevere un conguaglio per le riduzioni ingiustamente applicate.

Il conguaglio spetta a coloro che hanno ricevuto una pensione di reversibilità ridotta a causa del proprio reddito individuale, superiore a quattro volte il trattamento minimo. Questo include i casi in cui il beneficiario non fa parte di un nucleo familiare con figli minori, studenti o disabili. I limiti di reddito soglia per i tagli, aggiornati annualmente, hanno influenzato il calcolo delle pensioni fino al 2023, anno in cui il limite è stato fissato a 21.985,86 euro annui.

Per ottenere il conguaglio in questione non è necessaria alcuna domanda specifica all’INPS, poiché l’ente procederà d’ufficio al ricalcolo degli arretrati. In ogni caso, è consigliabile per i beneficiari verificare la propria situazione e, in caso di dubbi, rivolgersi a un consulente per una valutazione accurata.

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