Assegno di inclusione per genitori separati, calcolo e richiesta: ecco le nuove disposizioni da conoscere

Assegno di Inclusione: un sostegno economico significativo per le famiglie. Ma come funziona nel caso in cui i genitori sono separati?

L’Assegno di Inclusione (AdI), istituito come sostegno economico in sostituzione del Reddito di Cittadinanza, rappresenta un pilastro fondamentale nel sistema di welfare italiano. L’Assegno ha l’obiettivo di fornire un supporto alle famiglie a basso reddito o che abbiano componenti con disabilità.

come funziona adi per genitori separati
L’Assegno di Inclusione è un sostegno fondamentale per le famiglie (Giustiziagiusta.info)

Esso è regolamentato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. E questo ente ha delineato chiaramente i criteri e le modalità di accesso, inclusi quelli relativi ai genitori non conviventi o separati.

Secondo le disposizioni dell’INPS e del Ministero, possono beneficiare dell’AdI i cittadini italiani o residenti nel territorio nazionale da almeno cinque anni, con un Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE) inferiore a 9.360 euro, e che abbiano a carico un familiare affetto da disabilità, minorenne, ultrasettantenne o assistito dai servizi sociali.

È importante sottolineare che diversi parametri influenzano l’ammontare dell’assegno mensile, tra cui l’ISEE, pertanto è essenziale verificare la propria situazione economica prima di presentare domanda. Ma com’è gestita la richiesta di AdI per le famiglie con genitori non conviventi o separati? Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha fornito chiarimenti in merito.

Come funziona per i genitori separati

Innanzitutto, è importante comprendere che, nel caso dei genitori non conviventi, essi non sono considerati congiunti nel nucleo familiare. Tuttavia, con il riconoscimento del figlio, il genitore non convivente diventa parte integrante del nucleo familiare del bambino, incidendo quindi sul calcolo dell’ISEE e sull’importo dell’assegno ricevuto.

requisiti per ricevere l'adi
Per i genitori separati ci sono norme specifiche (Giustiziagiusta.info)

Come per l’assegno unico, anche nel caso dell’Assegno di Inclusione, il genitore non convivente o non coniugato con il richiedente principale deve essere indicato come componente del nucleo familiare. Questo impatta sull’ISEE e, di conseguenza, sull’importo dell’assegno erogato. Tuttavia, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali prevede alcune eccezioni in determinati casi:

  • Se il genitore non convivente è sposato con un’altra persona.
  • Se il genitore non convivente ha figli con un’altra persona.
  • Se l’autorità giudiziaria ha stabilito il versamento di periodici assegni per il mantenimento dei figli da parte del genitore non convivente.
  • Se sussiste un’esclusione sulla potestà dei figli o è stato emesso un provvedimento di allontanamento dalla residenza familiare.
  • Se, in seguito a un’indagine condotta dalla pubblica autorità competente in materia di servizi sociali, viene accertata l’assenza di rapporti affettivi ed economici tra il genitore non convivente e il minore.

In questi casi particolari, il calcolo dell’ISEE è gestito in modo diverso e può variare significativamente l’importo dell’assegno di inclusione ricevuto. Pertanto, è consigliabile rivolgersi a esperti del settore per ricevere assistenza e supporto durante il processo di richiesta.

In conclusione, l’Assegno di Inclusione rappresenta un importante strumento di sostegno per le famiglie italiane in condizioni di disagio economico o con membri con disabilità. La sua gestione nei casi di genitori non conviventi o separati richiede una valutazione attenta e precisa delle condizioni specifiche, al fine di garantire un accesso equo e un sostegno efficace alle famiglie che ne hanno bisogno.

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