Prima la presentazione della domanda, poi l’iscrizione in piattaforma SIISL (Sistema Informativo per l’Inclusione Sociale e Lavorativa) ed infine la sottoscrizione del PAD (Patto di Attivazione Digitale).
Sono i tre passaggi che tutti coloro che hanno iniziato a prendere l’Assegno di Inclusione dallo scorso mese di gennaio, sono stati costretti a fare. Senza completare il triplo adempimento e quindi senza completare la corretta procedura, niente sussidio. Ma se quelli prima citati erano gli adempimenti necessari per poter percepire il sussidio (e sono ancora tali per chi presenta domanda in questi giorni), per continuare a prendere l’Assegno di Inclusione ci sono altri vincoli da rispettare.
Addio Assegno di Inclusione, sta per arrivare la prima scadenza da non dimenticare
C’è il rischio di perdere il sussidio dopo che gli interessati lo hanno già preso da diversi mesi. Questa è la sorte che capiterà a famiglie e singoli che non hanno capito cosa devono fare adesso per proseguire nel programma. Addio Assegno di Inclusione, sta per arrivare in effetti la prima scadenza da rispettare. Parliamo della presentazione ai servizi sociali per la profilazione dei beneficiari. E migliaia di famiglie se non hanno ancora completato questo passaggio entro il 25 maggio scorso, rischiano di perdere la ricarica di giugno.
In linea di massima, però, è probabile che venga applicata una sorta di salvaguardia, per far sì che anche i ritardatari si mettano in regola quanto meno entro la fine di maggio. Ancora pochi giorni, quindi, per mettere a posto la situazione. Se i beneficiari dell’Assegno di Inclusione non vengono presi in carico dai servizi sociali, rischiano di uscire fuori dal perimetro dei beneficiari di questa misura.
Perché è maggio il mese decisivo per poter continuare con l’ADI?
A dire il vero l’obbligo di andare a farsi registrare dai servizi sociali è stato introdotto subito nella misura di 120 giorni a partire dalla data di sottoscrizione del PAD. La fase iniziale delle domande, con il grande afflusso e gli inevitabili ritardi, hanno spinto il governo a posticipare questa prima scadenza. Il Ministero del Lavoro con una comunicazione ufficiale (la numero 6062 del 28 marzo 2024) ha allungato i termini per l’adempimento per quanti hanno presentato domanda di ADI entro la fine del mese di febbraio. Per loro i 120 giorni per la presentazione ai servizi sociali non scatta dalla sottoscrizione del PAD. Ma dall’inserimento delle domande sulla piattaforma GEPI (Piattaforma per la Gestione dei Patti per l’Inclusione Sociale).
Un passaggio che non dipende dai beneficiari del sussidio ma dalle autorità interessate dalle procedure. Il primo flusso di inserimento di queste domande è partito il 26 gennaio e quindi i 120 giorni sono scaduti qualche giorno fa. Va ricordato che, per quanti attendono la chiamata da parte dei servizi sociali, questa non è vincolante. Significa che anche senza convocazione, deve essere premura dei beneficiari del sussidio presentarsi all’appello.