La pensione del futuro sarà un privilegio per settantenni: ce lo sentiamo ripetere ogni giorno. Ma ci sono un paio di eccezioni che confermano la regola…
Ormai lo sappiamo a memoria: per andare in pensione di vecchiaia ordinaria servono almeno 20 anni di contributi e 67 anni di età. Tradotto: la maggior parte dei lavoratori potrà mettersi a riposo solo dopo essere arrivata a un passo dalle 70 candeline o addirittura oltre. Ma questa è la regola generale. In certi casi, la soglia minima dei 20 anni di contributi può abbassarsi sensibilmente, con l’accesso all’agognata pensione in virtù di solo 5 o 15 anni di contributi. Ecco come e quando.
![5 o 15 anni contributi con nuove pensioni ufficializzate inps](https://www.giustiziagiusta.info/wp-content/uploads/2024/03/banconote-monete-euro-uomini-pupazzi-22.3.24-Giustiziagiusta.info_.jpg)
La prima distinzione da fare è quella tra soggetti contributivi e soggetti retributivi/misti. Se si è iniziato a lavorare dopo il 1996, alla pensione anticipata contributiva si accede con 64 anni di età, 20 anni di contributi e un trattamento economico non inferiore a 3 volte l’assegno sociale (2,8 volte per le donne con un figlio e 2,6 per le donne con 2 o più figli). Ma esiste anche la pensione di vecchiaia a 71 anni con 5 anni di contributi: in questo caso, occorre aver iniziato a lavorare dopo il 1995. E non è tutto.
Le pensioni “speciali” per chi ha pochi anni di contributi
Non tutti sanno che sono ancora attive – anche se difficilmente utilizzabili per tutta una serie di ragioni – le cosiddette “deroghe Amato”. I lavoratori che hanno maturato 15 anni di contributi entro il 31 dicembre 1992 potranno andare in pensione anche nel 2024.
![metodo per andare prima in pensione](https://www.giustiziagiusta.info/wp-content/uploads/2024/03/mani-anziano-monete-22.3.24-Giustiziagiusta.info_.jpg)
Idem per coloro che sono stati autorizzati ai versamenti volontari entro la stessa data. Inoltre, non occorre che il lavoratore abbia provveduto ai versamenti: è sufficiente l’autorizzazione dell’Inps.
Ma c’è anche il caso di chi ha un’anzianità contributiva di almeno 25 anni (con primo accredito a qualsiasi titolo 25 anni prima della domanda di pensione) e 10 anni di lavoro coperti con meno di 52 settimane di versamenti: pur senza i famosi 20 anni di contributi, può accedere alla pensione.
A ben vedere, i 15 anni di contributi possono essere sufficienti anche per chi ha aderito al computo nella Gestione Separata Inps. Se il lavoratore ha iniziato a versare contributi prima del 1996, con un solo mese di contributi nella Gestione Separata può chiedere il computo con il sistema contributivo e andare in pensione con 15 anni di contributi (ma 71 anni di età, se non ha maturato 20 anni di contributi). Ciascuno faccia i suoi conti…