Prenderà una pensione più alta o uscirà prima dal lavoro chi fa questa scelta

La pensione in anticipo oppure una pensione più elevata. La scelta è del lavoratore. Le regole del sistema pensionistico, infatti, vanno esattamente in questa direzione. Pertanto, chi rimanda l’uscita dal lavoro prende sempre una pensione più alta di chi invece sceglie di uscire prima.

Le motivazioni, come vedremo adesso sono due. Però ci sono dei contribuenti che hanno delle regole loro destinate con delle agevolazioni che possono portare ad una pensione ancora più alta del normale o una uscita ancora più agevolata. Ed anche in questo caso è il contribuente a dover scegliere.

Prenderà una pensione più alta o uscirà prima dal lavoro chi fa questa scelta

Chi lascia il lavoro a 64 anni di età con 20 anni di contributi prende una pensione più bassa di chi esce a 67 anni con 23 anni di contributi. Parliamo di soggetti con lo stesso lavoro e lo stesso salario naturalmente. Perché altrimenti il paragone non reggerebbe dal momento che tutto cambia da contribuente a contribuente, da settore a settore e da salario a salario. Versare 3 anni in più di contributi come fa chi esce a 67 anni rispetto a chi lo fa a 64 anni, produce una pensione più alta. Perché nel sistema contributivo più contributi si versano più pensione si prende. Inoltre, un lavoratore che esce a 64 anni riceve un trattamento calcolato con un coefficiente più basso rispetto a chi esce a 64 anni. Sono queste le due motivazioni che confermano la nostra teoria che sostiene il fatto che prenderà una pensione più alta chi prolunga la sua permanenza al lavoro e non esce prima.

Ecco la scelta che le lavoratrici possono effettuare per andare meglio in pensione

Per le lavoratrici che hanno il primo accredito contributivo successivo al 1995, ci sono due agevolazioni. Ma sono alternative tra loro. Significa che deve essere la lavoratrice a scegliere quale vantaggio sfruttare. Chi ha iniziato a versare dopo il 1° gennaio 1996, può andare in pensione a 64 anni di età con 20 anni di contributi con le pensioni anticipate contributive. Oppure, sempre con 20 anni di contributi, potrà andare in pensione come tutti i lavoratori, con la pensione di vecchiaia a 67 anni. Però, se la lavoratrice ha avuto dei figli, può godere di uno sconto di 4 mesi a figlio sull’età pensionabile per entrambe le misure. E può recuperare fino ad un anno di anticipo ma solo se ci sono 3 o più figli avuti.

In pratica una lavoratrice può lasciare il lavoro a 63 anni con 20 anni di contributi e con la pensione anticipata contributiva. Oppure può farlo a 66 anni e non a 67 con le pensioni di vecchiaia. Ma se rinuncia a questo vantaggio, prenderà una pensione più alta. Perché, se ha avuto fino a due figli, può godere di un coefficiente di trasformazione di un anno migliore rispetto al solito. E con tre o più figli il coefficiente diventa migliore di due anni. in parole povere, per le pensioni anticipate contributive, uscendo a 64 anni l’interessata ottiene una pensione calcolata come se avesse lasciato il lavoro a 65 o 66 anni in base al numero dei figli. Per le pensioni di vecchiaia stessa regola. Uscita a 67 anni ma pensione calcolata come se l’età fosse di 68 o 69 anni.

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